Il laboratorio Sguardi sui Generis nasce all'Università di Torino nel 2010 con l'intento di costituire uno spazio di discussione e crescita sulle questioni di genere. Un contenitore aperto, dunque, che si pone il duplice obiettivo di approfondire la formazione teorica e di favorire, al contempo, l'affermazione di una soggettività collettiva capace di confrontarsi e intervenire sulle problematiche di genere più attuali.

domenica 25 novembre 2012

Le mille facce della violenza. La violenza sulle donne non è mai un fatto privato!


Per ricordare questo 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, noi studentesse, precarie, lavoratrici abbiamo scelto di puntare il dito nei confronti delle mille svariate forme in cui si costruisce quotidianamente la violenza sui nostri corpi e sulle nostre esistenze. Lo facciamo in maniera visibile, netta e con messaggi chiari, che possano rimbalzare nelle menti di chiunque, indicando senza mezzi termini quelli che riteniamo i responsabili primari di questa situazione.

La violenza del sistema mediatico che oscura e distorce la sistematicità dei femminicidi che, con raccapricciante regolarità, si susseguono in tutta Italia. Mattanza trasversale ad ogni ceto, classe sociale ed età, violenze che vengono assunte come 'raptus' di follia, cancellando qualsiasi traccia di responsabilità sociale, collettiva e culturale ed annullando ogni possibilità di critica sul sistema che le produce.


La violenza delle pubblicità e delle rappresentazioni di soggetti femminili, costruiti per essere “fruiti” da chi non può essere più null’altro che un consumatore. La violenza di un continuo ammiccamento sessuale che rende marketing qualunque desiderio e pensiero; solo più pezzi di corpi buoni per vendere, dalle auto ai calzini, mentre si annullano le responsabilità che queste modalità capitalistiche hanno nel costruire immaginari sessisti e schiavizzanti.
La violenza del sistema di potere perpetrato dalla chiesa che, sempre in prima fila nel demonizzare le scelte di maternità libera, si infiltra e costruisce associazioni anti-abortiste, supportate sistematicamente da tutti i politici di turno. Di aborto clandestino si muore, la libertà di scelta è l'unica alternativa a questa violenza.

La violenza della cultura eteronormativa sulle vite non normate, sulle relazioni non monogame, non eterosessuali, non patriarcali, sui corpi non incasellati nel binarismo dei generi. La violenza su chi non rientra nei canoni della famiglia, su chi non sceglie di rientrare nelle caselle predefinite. Violenza che, nell'ultima settimana, ha portato un ragazzo romano a togliersi la vita.
La violenza dello Stato che attraverso retoriche sessiste e campagne mediatiche, tenta di criminalizzare e delegittimare movimenti e lotte partecipati da donne, in primo esempio la lotta NoTav, ma come questa molte altre.

Le uniche armi per combattere queste violenze sono la lotta e la resistenza quotidiana.
Questa notte abbiamo deciso di esplicitare la responsabilità dei media (scegliendo due sedi rappresentative come quelle della Rai e de La Stampa di Torino), della comunicazione pubblicitaria e quella delle organizzazioni antiabortiste che negano la libertà di scelta alle donne.

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