Il laboratorio Sguardi sui Generis nasce all'Università di Torino nel 2010 con l'intento di costituire uno spazio di discussione e crescita sulle questioni di genere. Un contenitore aperto, dunque, che si pone il duplice obiettivo di approfondire la formazione teorica e di favorire, al contempo, l'affermazione di una soggettività collettiva capace di confrontarsi e intervenire sulle problematiche di genere più attuali.

giovedì 26 maggio 2011

Sguardi sulla precarietà: Dibattito @ InfoAut Festival

7 Giugno 2011
Parco Ruffini - Torino
Ore 18 - 21

Discussione a partire dal libro di Cristina Morini "Per amore o per forza. Femminilizzazione del lavoro e biopolitiche del corpo "

Biografie precarie a cura di:
Laboratorio Sguardi sui generis
Collettivo Anillo de Fuego
Collettivo Goghi & Goghi

Il Laboratorio Sguardi sui Generis partecipa all'Infoaut Festival anche con banchetti ed esposizione permanente per tutta la durata della manifestazione, dal 2 al 9 giugno.
Per info sul festival:  http://festival.infoaut.org/index.php


Lavoratori a progetto, free lance, partite iva individuali, contratti atipici, stage, in una parola: precarietà.
L'attuale condizione delle donne può essere interpretata solo all'interno dell'insieme dei dispositivi di un'economia fondata non solo sulla messa al lavoro della vita in generale ma sullo spostamento del baricentro della produzione dai beni materiali alle risorse cognitive, linguistiche, affettive, cooperative, sociali dei soggetti messi a produzione. 

A partire da un'opera che intende essere manifesto di consapevolezza verso quel processo chiamato femminilizzazione del lavoro, che negli ultimi anni ha trasformato i nostri tempi di vita in elementi di profitto e le nostre capacità e aspettative personali in fattori di produzione, nel dibattito si incrociano le esperienze e le esistenze precarie di universitarie, giovani lavoratrici, studentesse.
Una riflessione sull'individuo nel lavoro che cambia, sulla “razza precaria”, soggetto che muta, si reinventa, è perennemente diverso da se stesso e non trova spazio nelle categorie prestabilite,e che porta alla creazione di “un nuovo meticciato”. La femminilizzazione del lavoro non è solo il nome di un fenomeno che implica l'ingresso massiccio delle donne sul mercato del lavoro, è soprattutto un'estensione paurosa delle condizioni di sfruttamento storicamente riservate alle donne all'intera economia.
Totale sovrapposizione tra tempo di lavoro e tempo di vita, indistinzione tra produzione e riproduzione, centralità sempre maggiore del lavoro di cura, precarizzazione e flessibilizzazione, integrazione dentro il lavoro di forme non retribuite, difficoltà a mantenere spazi di autodeterminazione e di messa in comune delle esperienze, ma anche l'estensione ad età sempre più giovani di tali prospettive: stage universitari non retribuiti, lavoro gratuito, tirocini, sembrano ormai caratterizzare la vita di ognuno e ogni aspetto dell'attuale sistema produttivo.




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